Patologie intime femminili più diffuse
Intervista al ginecologo Francesco De Seta: le patologie intime più diffuse sono quelle che interessano il distretto uro-genitale della donna e si distinguono tra infettive e non infettive, ma c’è ancora molta confusione sul tema e anche sul ruolo che, oltre alla genetica, giocano gli stili di vita.
Molto da fare in merito alla conoscenza delle più diffuse patologie femminili e all’importanza della prevenzione lungo tutto il corso della vita della donna. «Bisogna continuare a parlarne in maniera chiara, diffondendo informazioni sicure e scientificamente corrette, anche attraverso i nuovi canali di comunicazione» ci dice Francesco De Seta, ostetrico ginecologo presso il Dipartimento ostetricia e ginecologia Irccs dell’Università San Raffaele di Milano e già professore associato di Ostetricia e Ginecologia all’Università degli Studi di Trieste.
Tipologie di malattie intime femminili
«Le principali malattie intime femminili riguardano il distretto uro-genitale della donna e si distinguono in problematiche vaginali e vescicali» spiega l’esperto. Nel primo caso c’è un’altra distinzione da fare, «tra infettive -come quelle a trasmissione sessuale oppure di natura micotica, assai diffuse, come la candida, o, ancora, di natura batterica, come la vaginosi batterica- e non infettive, come per esempio i bruciori e la secchezza intima».
Sul distretto vescicale, invece, abbiamo le cistiti, infezioni urinarie che possono essere isolate e facilmente curabili oppure ricorrenti, che necessitano di approfondimenti diagnostici e di terapie specifiche. «Nelle infezioni sia urinarie, sia vaginali ricorrenti gioca un ruolo importante la predisposizione genetica» spiega il dottor De Seta «spesso legata a piccole carenze nella risposta immunitaria, che indeboliscono gli anticorpi e rendono più soggetti all’attacco dei microrganismi che causano le infezioni».
Il ruolo della prevenzione
Ma anche gli stili di vita rivestono un ruolo importantissimo nella prevenzione delle malattie intime femminili. «Cosa mangio? Quanto ne mangio? Bevo a sufficienza? Sono domande fondamentali per capire il problema, così come indagare sull’equilibrio nel ritmo sonno/veglia, sulle abitudini sessuali e di igiene intima, sull’eventuale presenza di altre patologie e l’assunzione di farmaci, sull’attitudine a praticare una regolare attività aerobica».
I fattori che influiscono sull’equilibrio e sul benessere femminile sono tanti e vanno tutti presi in considerazione: «La prevenzione passa dalla visita periodica dal ginecologo» sottolinea Francesco De Seta «ma anche dalla corretta assunzione di acqua e di micro e macro nutrienti essenziali, così come dalla disassuefazione dal fumo e dal non bere alcolici. Bisogna impegnarsi su più fronti e tutti i giorni».
L’intimità non è un tabù
Secondo lo specialista grandi passi avanti sono stati fatti nel corso degli ultimi anni in merito ai temi legati a intimità e sessualità, a beneficio della salute delle donne: «In primis siamo cambiati noi ginecologi, più aperti al dialogo soprattutto sui temi legati all’attività sessuale, fino a qualche decennio fa visti come un tabù su cui non era opportuno indagare. E poi sono le donne a chiedere più informazioni, forse anche a causa della grande quantità di notizie a cui tutti noi siamo quotidianamente sottoposti».
Fare comunicazione qualificata sui social
Internet, infatti, dà voce a tutti, spesso anche a chi non è qualificato per parlare di salute. «I social media, però, possono darci una mano importante a contrastare il diffondersi di fake news» spiega il dottor De Seta «perché hanno ridotto la ritrosia a trattare questi temi e hanno facilitato gli specialisti nel dialogare con le donne, senza tabù».
Servono specifiche competenze «e, oltre alle conoscenze scientifiche» aggiunge il ginecologo «noi specialisti dobbiamo acquisire nuove strategie di comunicazione per utilizzare i social in maniera opportuna»
I social hanno un potenziale enorme «per farci arrivare a più donne e in maniera più immediata e semplice, per informarle su come avere cura della loro salute intima. Contrastando, al contempo, la diffusione di informazioni sbagliate e talvolta anche dannose».